Amazzonia,tra sviluppo sostenible e valorizzazione delle risorse naturali
19 settembre 2013 – Benjamin Constant
Il gruppo di comunicazione ha avuto modo di visitare nella zona di Benjamin Constant la fazenda “Sao Josè”, una proprietà all’interno della quale è stato realizzato uno dei primi piani di gestione forestale. E’ stata l’opportunità per conoscere più da vicino la foresta e ricevere informazioni sul campo su come viene realizzato il lavoro di divisione del territorio e di mappatura delle piante, l’organizzazione del taglio degli alberi e la manutenzione della foresta.
Il proprietario della Fazenda, Nazareno Andrade Bichara, riferisce di aver scelto di acquistare il terreno di foresta e realizzare il piano di gestione con il desiderio di conservare il patrimonio unico di flora e fauna che essa offre valorizzandone il potenziale. I piani di gestione forestale prevedono che solo una piccola percentuale di quanto è contenuto nei lotti (400 ettari circa ognuno), suddivisi a loro volta in lotti più piccoli, possa essere tagliato. Il tempo che deve decorrere da quando vengono tagliati alberi nel primo lotto è di 25 anni per dar modo alle piante di crescere a sufficienza per raggiungere la dimensione stabilita minima per il taglio successivo nella stessa porzione di terreno. Il lavoro è veramente difficoltoso, i percorsi interni alla foresta richiedono continua manutenzione, il taglio delle piante deve essere eseguito secondo tecniche precise per la caduta, con attrezzature che consentano il minor spreco possibile di legname. Allo stesso tempo occorre ridurre le piante in tavole trasportabili verso l’esterno della foresta. Una realtà difficile ma su cui stanno investendo in modo consapevole.
Successivamente si è fatto visita alla piccola falegnameria per la produzione di mobili di proprietà di Maria de Fatima Moçambite, presidente dell’Associazione dei Mobilieri di Benjamin Constant, dove si è potuto ascoltare le parole di chi, essendo ancora in processo di avere la documentazione per realizzare il piano di gestione, si trova in questo momento a dover utilizzare legname di provenienza non certificata e pertanto con difficoltà di immissione del prodotto a livello di enti pubblici. Il mercato si limita pertanto a commesse locali e privati della zona. La falegnameria è un esempio di gestione organizzata della produzione ed anche degli scarti, come i trucioli che vengono raccolti e poi dati a famiglie per essere utilizzati per le galline o come piccoli ritagli di legno che vengono dati alle scuole locali per produrre oggetti.
Interessante è stato inoltre il breve incontro con il responsabile di una società che si occupa di fornire ai privati servizi di mappatura dei terreni per la redazione dei piani di gestione forestale. Il lavoro è capillare, svolto con GPS per la creazione di mappe dettagliate di ogni albero presente nella foresta che, per caratteristiche previste dalla legislazione, entrerà nel piano. I supporti informatici consentono una registrazione precisa delle zone, ma il lavoro a monte è immane, dal momento che persone a piedi svolgono questa attività all’interno di terre dove vanno creati in primo luogo i sentieri, poi suddivisi e solo successivamente può esser realizzata la mappatura.
Una mattina sul campo che ha permesso di comprendere sfide ed opportunità concrete di una terra, l’Amazzonia, risorsa fondamentale per la crescita economico-sociale della popolazione locale ed allo stesso tempo dell’intero Paese.